Seminario. Il deserto e il formicaio. Dinamiche demografiche e angosce di annientamento
di Scipione Guarracino - conduce il dibattito Adriano Voltolin
Le paure demografiche antiche riguardavano singoli eventi catastrofici (una epidemia di peste o una carestia) che potevano essere pensati come la punizione inflitta da Dio ai peccati degli uomini.
Le paure demografiche moderne toccano piuttosto un futuro non lontano, ciò che incombe entro pochi decenni. In 60-70 anni, ad esempio, la popolazione del mondo o di alcuni paesi si moltiplicherà per otto e, al contrario, in altri paesi fra 40 o 50 anni le classi di età degli over-60 rappresenteranno il 30, il 40... il 60 per cento della popolazione totale. Paure connesse: in un caso le folle che si contendono cibo, acqua, spazio. Nell’altro, l’invasione dei popoli prolifici, che vengono a distruggere la nostra civiltà.
Nel caso della sovrappopolazione imminente, anche una diminuzione della natalità non impedisce alle classi di età giovanili già esistenti di far continuare l’aumento fino al limite della rottura. Nel caso dello spopolamento incombente, il peso abnorme delle classi di età già fuori dalla sfera della fecondità rende poco rilevante un eventuale aumento della natalità. Le terrificanti proiezioni demografiche dipendono solo dal comportamento umano, ma generano un’ ansia dell’ineluttabile pari a quella di una punizione divina.
Giovedi 25 marzo 2010 – ore 18.00
Ingresso libero
Associazione Culturale Punto Rosso
Via Guglielmo Pepe, 14 - Milano
(MM2 Garibaldi)
lunedì 1 marzo 2010
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